Tassi mutui: l'aumento dello spread ci deve far paura?
Si registra un leggero aumento del parametro semestrale e annuale dell'Euribor. Perde invece qualche punto l'Irs con benefecio dei tassi dei nuovi mutui.
Lo spread sui titoli di Stato è tornato a far paura. A inizio mese il differenziale di rendimento tra BTp e Bund a 10 anni era a 120 punti, mentre da qualche giorno supera quota 300.
E chi sta per acquistare casa? Quali sono le conseguenze sul fronte mutui? C'è da preoccuparsi? La risposta è «Ni». Nel senso che è sicuramente «no» per il breve periodo, e per breve si intende anche qualche mesetto. Forse sì nel medio periodo, qualora lo spread si mantenga su questi valori. In ogni caso siamo ben lontani dai facili allarmismi.
Cerchiamo di capire perché.
Come viene stabilito il tasso dei mutui
Il tasso dei mutui (sia fissi che variabili) è composto da due gambe. La prima è lo “spread” deciso dalla banca, ovvero il margine lordo che l’istituto di credito punta ad ottenere dal finanziamento. La seconda non dipende dalla banca, ma dall’andamento dei tassi del mercato interbancario.
I mutui a tasso fisso sono parametrati sul valore degli indici Eurirs (viene solitamente preso il valore del giorno in cui si stipula). I mutui a tasso variabile sono indicizzati all’andamento degli indici Euribor.
Il punto è che, contrariamente a quanto si possa credere, i momenti di tensione finanziaria, nel breve periodo, giocano a vantaggio dei nuovi mutui e non certo ledono quelli già stipulati.
Questo molto semplicemente perchè favoriscono una riduzione degli indici Eurirs e di certo tendono a rimandare il momento in cui gli Euribor potrebbero salire.
La parola ai dati
Stando ai dati infatti i tassi legati ai mutui restano ancora sui minimi storici, salvo lievi movimenti: l’Euribor a 1 mese è fermo a -0,37 dal 7 luglio 2016, mentre il tasso a 3 mesi è stabile a -0,32 da maggio 2018.
Il parametro semestrale ha invece registrato un leggero aumento negli ultimi giorni salendo da -0,27 all’attuale -0,26 dallo scorso 22 ottobre. Idem per la scadenza annuale dell’Euribor, utilizzata nel mercato spagnolo, aumentato da -0,17 a -0,15.
Per quanto riguarda l'Irs, riferimento per i tassi fissi, negli ultimi giorni di ottobre si sono persino osservati ribassi di alcuni millesimi di punto.
La conseguenza di tutto questo è che i tassi dei nuovi mutui a tasso fisso di questa settimana sono quindi più bassi di quelli della settimana scorsa. E così potrebbe essere ancora per le prossime. A meno che le banche non alzino repentinamente il loro “spread”, ma questa ipotesi è davvero improbabile.
Allo stesso modo però, sempre in considerazione dei dati, il future sull’Euribor conferma il trend al rialzo, anche se per lungo tempo si resterà in territorio negativo. Un movimento significativo si potrebbe verificare già nel primo semestre 2019 superando solo nel corso del 2020 la soglia dello zero (il che significa comunque tassi molto bassi), raggiungendo lo 0,5% nel 2021 e l’1% nel 2022.
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